Gli Stranger Teens nelle scuole

Il progetto adolescenti “Stranger Teens” del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale di Padova ha avviato dallo scorso ottobre una serie di incontri nelle scuole superiori del Triveneto nel contesto di un’iniziativa volta a sensibilizzare molti adolescenti non solo attraverso la conoscenza dell’esistenza delle malattie e delle loro caratteristiche, ma anche grazie alle importanti e preziose testimonianze dei suoi “ragazzi strani”.

Sono più di dieci le scuole che, ad oggi, hanno ospitato il gruppo, e molte altre si stanno interessando all’iniziativa per organizzare degli incontri nei prossimi mesi e negli anni scolastici a venire. Un mix di nozioni teoriche, di storie, di racconti e di forti emozioni uniti a qualche risata (cha spesso aiuta a sdrammatizzare e a normalizzare la malattia e la vita di questi giovani pazienti all’interno dell’ospedale) stanno condendo e arricchendo questi incontri, molto sentiti anche da parte dei protagonisti, che non sempre hanno l’occasione di raccontare questi pezzi importanti di vita ai loro coetanei. 

I nostri progetti nascono quasi sempre dal dialogo con i ragazzi, che più volte ci hanno confidato di essersi sentiti emarginati o compatiti dalla scuola.” – commenta Gianni Bisogno, corresponsabile del progetto – “Per questo abbiamo intrapreso un’opera di informazione sugli studenti e sugli insegnanti nelle scuole del territorio, con l’obiettivo di rendere i nostri adolescenti protagonisti e non farli sentire diversi. In questi incontri spieghiamo i tumori, l’approccio alla malattia e le paure, anche sdrammatizzando. I tumori esistono e i ragazzi non sono invincibili, quindi li invitiamo a non trascurare eventuali tumefazioni o lesioni del corpo, a parlarne per accettare la malattia, che non è infettiva, e a superarla. Vi è quindi uno scopo duplice: far capire la malattia ai ragazzi sani permettendo una miglior integrazione dei ragazzi malati e informare i ragazzi sperando di ridurre i ritardi diagnostici. Il progetto sta andando bene e molte scuole ci stanno chiamando”.

Progetto finanziato dalla Regione del Veneto con le risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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